Necropoli di Vieste

La necropoli di Vieste “La Salata” è un vasto complesso sepolcrale paleocristiano, databile intorno al III-IV sec. d. C., considerato, nel suo genere, il più maestoso e suggestivo dell’intero bacino mediterraneo. Ubicata in grotte, presenta sia loculi terragni che parietali, sigillati originariamente da lastre di terracotta. Gli stessi ipogei sono stati utilizzati da uomini primitivi come dimore e più recentemente come ricovero per animali. “La Salata”, presenta anche interessanti aspetti di natura geologica, botanica e faunistica. All’interno dell’area scorrono ruscelli di origine carsica e agli osservatori più attenti sicuramente non sfuggono i fossili di nummuliti intrappolati nella roccia. La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea e nella zona palustre l’avifauna si presenta particolarmente interessante.
 
.:Approfondimenti sulle Necropoli di Vieste:.
L’asperità dei fianchi del Gargano e il suo distacco peninsulare dal resto d’Italia hanno fatto di questo promontorio un pilastro isolato e poco accessibile in cui viene quasi segregata ogni forma di vita, rendendo nello stesso tempo la popolazione fiera e tenace e i loro paesi nidi di tradizioni e di leggende.Attraverso il corso dei secoli si sono, però, sovrapposte alle popolazioni indigene, gli indoeuropei provenienti dal Nord e da Est, dall’entroterra e attraverso le vie del mare: Italioti, Iapigi, Greci, e con loro nuovi usi, nuova cultura, nuove lingue che ancora restano sconosciute.Successivamente Roma con la sua conquista ha fuso tutti questi elementi. La religione ha subito una sua evoluzione e una sua trasformazione, a quella primitiva si è imposta quella importata dall’Asia centrale, dall’Illiria e dalla Grecia. Al culto delle divinità indigene è subentrato quello Calcante, Podalirio, Asclepio, Apollo, Giano, Demetra, Vesta, Pilunno, Giove Doneo, Mercurio, riempiendo il Gargano di santuari.Il Cristianesimo incontrò, successivamente e senza dubbio, molte resistenze, specie nel ceto elevato e medio, mentre fu accettato dalla gente umile con entusiasmo, carità e abnegazione. Anche escludendo la tradizione che vuole, a Siponto e a Vieste, primo predicatore della “buona novella” l’apostolo Pietro, durante il suo viaggio per raggiungere Roma, si deve sostenere però che l’opera evangelica è dovuta, fin dai primissimi secoli, ai cristiani orientali che sbarcavano sul Gargano e, certamente, anche ai nostri marinai che avevano relazioni commerciali con i paesi del Levante.Sedi delle riunioni divennero le necropoli, forse già utilizzate nel periodo neolitico, sparse nelle vicinanze del centro abitato, in luoghi reconditi, a volte di difficile accesso, silenziose, adatte alla preghiera e alla meditazione. Le necropoli più note nel territorio di Vieste sono quelle di S. Eugenia, S. Lorenzo, Grotta Spagnola, S. Tecla, S. Nicola e la Salatella.Le necropoli di S. Eugenia, detta erroneamente S.Eufemia, e quella di S. Lorenzo sul terminale della spiaggia omonima, sono state distrutte dalla furia devastatrice dei cavamonti: appena visibili sono alcuni arcosoli. Quella di Grotta Spagnola è a meno di 10 Km a sud di Vieste, oltre il Cimitero, nella contrada omonima. E’ un ipogeo quadrangolare con una superficie di circa 50 mq. a cui si accede per mezzo di un dromos lungo m.12 e presenta nel suo interno una decina di tombe terragne.La più lontana necropoli è quella di S. Tecla, posta sull’antica strada che congiungeva Vieste con Monte S. Angelo e Siponto, ed è costituita da due ipogei con alcune tombe terragne. Il complesso sepolcrale di S. Nicola, in contrada Pantanello, è diviso in quattro ampie cripte, scavate nella roccia e sulle cui pareti sono ancora visibili affreschi, forse, di epoca longobarda.La cripta a ha una superficie di circa 140 mq. e nel centro si ergono sette colonne di sostegno alla volta, alte m. 2,50, senza un preciso ordine architettonico. Non vi sono tombe e serviva come sede di riunione e per la celebrazione dei riti sacri. La cripta B è piuttosto allungata ed ha una superficie di circa 60 mq. La parete sinistra, disarmonica, presenta tre arcosoli e vari loculi perietali.In altro arcosolio è sulla parete frontale. La cripta C, di 40 mq. ha forma triangolare e sulle due pareti interne sono scavati 13 loculi. La terza parete è un muro a secco che delimita l’accesso. Nella cripta D, divisa in due ambienti, si notano innumerevoli loculi ed arcosoli. Tombe terragne se ne contano sia nelle cripte che nell’immediato esterno. Il complesso sepolcrale più grandioso rimane quello della Salata nei pressi dell’antica città di Merino. E’ formato da sette ipogei, quattro dei quali si trovano in un pauroso strapiombo in riva al mare e gli altri alle spalle a circa 50m.Il posto è suggestivo, silenzioso, nascosto agli occhi di tutti e, per gli ipogei verso il mare, quasi inaccessibile a causa di un acquitrino dovuto a una polla d’acqua che sgorga da uno dei crepacci della parete rocciosa, su cui sono scavati centinai di loculi. I tipi di sepoltura sono vari: in tutti gli ipogei si notano tombe terragne, loculi parietali e loculi con arcosoli. Inoltre il secondo ipogeo, che si incontra a sinistra andando verso il mare, è caratterizzato dalla presenza di un baldacchino centrale, parzialmente demolito.Il prof. Ugo Rellini ritiene, però, dalla struttura dell’arco attuale, che esso sia stato un altare per la celebrazione dei riti religiosi. Sulle pendici della collina a Nord di Merino, è la necropoli di Caprarezza, indubbiamente paleocristiana (II – III sec.). E’ formata da tre ipogei intercomunicanti, a cui si accede per mezzo di un dromos di circa m. 3. Il primo è circolare e presenta un solo loculo sulla parete frontale; oltre il varco aperto a sinistra , è quello centrale di forma allungata, che mostra sulla parete destra due arcosoli affiancati; l’ultimo, anch’esso circolare, è raggiungibile con un basso corridoio (cm. 80).In questi ultimi due ipogei vi sono, in ordine sparso, diversi loculi scavati nelle pareti e tracce di muratura di tempi successivi. Infatti ogni ipogeo aveva un suo ingresso indipendente, come si evidenzia anche dai visibili camminamenti esterni che si dirigono alle pareti murate.

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